MAESTRI CAPPELLAI IERI ED OGGI - La Familiare: un patrimonio da non perdere
MAESTRI CAPPELLAI IERI ED OGGI - La Familiare: un patrimonio da non perdere
L'indissolubile rapporto tra Montevarchi e La Familiare rivivrà venerdì, 24 maggio, dalle ore 17.30, alle Stanze Ulivieri, il circolo culturale di Montevarchi all'avanguardia nel proporre eventi di grande spessore sociale.
Si inizierà con un breve convegno, aperto dalla dr.ssa Simona Chimentelli, dirigente dell'Istituto Comprensivo Petrarca e dalla dr.ssa Elisabetta Benini, Presidente delle Stanze Ulivieri. Sono previsti interventi delle autorità cittadine.
Seguirà un intervento del prof. Caciulli e delle insegnanti che hanno collaborato allo svolgimento delle attività.
Dopo il Convegno, sarà inaugurata la Mostra di oggetti e manufatti dell'epoca, che rimarrà aperta il 25 ed il 26 maggio con orario 10-12 e 15-19.
La storia della “Familiare” nata nel 1905, è costellata di grandi successi che hanno permesso il forte sviluppo economico di Montevarchi (e del Valdarno), dando vita ad un potente distretto economico che occupava centinaia e centinaia di persone. Poi la decadenza, inarrestabile, che negli anni '70 portò alla chiusura ed al fallimento di tutto il progetto.
Per recuperarne la memoria e rileggerne la storia, gli studenti del Comprensivo Petrarca hanno lavorato per mesi, con i loro insegnanti e, sotto la guida della cappellaia Gabriela Ligenza, hanno conosciuto direttamente le varie fasi di trasformazione del feltro in cappello.
Con entusiasmo, inoltre, hanno osservato e disegnato i vari modelli da uomo e da donna, ideato altri modelli, ottenendo elaborati eleganti e sapientemente valorizzati nei dettagli.
Gli alunni si sono trasformati anche in attori dando vita ad un breve spettacolo il cui video affascinerà sicuramente i visitatori della mostra.
Ha dato un forte contributo anche L'Associazione Fotoamatori “Francesco Mochi” che ha messo a disposizione foto tratte dal libro di M.Anselmi, C. Nassini, R. Picchioni “ Montevarchi: immagini di un'industria” ed. Aska.
I manufatti esposti provengono dalle collezioni private dei signori Piero e Piera Fuccini e della famiglia Rossi.